lunedì 23 giugno 2014

Dalla A a laeffe - PAROLA

Come nasce la lingua, perché siamo quello che diciamo? Matteo Caccia ragiona sul valore della parola con Frankie Hi.Nrg e il linguista Edoardo Lombardi vallauri

venerdì 16 novembre 2012

AVVENIRE - Agorà. Italiano da cafoni? Parlare meglio si può


intervista. Nel nostro modo di esprimerci, dobbiamo affidarci a un vocabolario più
ampio. Parla Edoardo Lombardi Vallauri

DI GIACOMOGAMBASSI
Parla come mangi. Forse in troppi hanno preso alla lettera questo adagio, soprattutto
se la tavola è imbandita con cibi preparati in stile fast food, senza alcuna eleganza e assemblando a caso quel che c’è nel frigorifero.
Ecco, l’italiano che parliamo è un po’ così: un italiano «un tanto al chilo», prigioniero della sciatteria, del pressappochismo, della confusione terminologica, della sintassi
rivista (e non corretta), delle frasi fatte, del burocratese elevato a strategia per alzare il tono del discorso.
Insomma una lingua storpiata e al ribasso che si impone quasi fosse la regola. Come racconta Edoardo Lombardi Vallauri nel libro Parlare l’italiano. Come usare meglio la nostra
lingua (Mulino, 230 pagine, 13 euro). «Molti si affidano a un italiano peggiore di quello che converrebbe

“Parlare l’italiano”: quanta efficacia linguistico-comunicativa? Intervista al Prof. Vallauri

Processo di alfabetizzazione, scolarizzazione obbligatoria, democratizzazione culturale, accessibilità universitaria: tutti fattori chiave che hanno negli anni chiaramente innalzato il livello culturale in Italia. Oggi è naturale frequentare la scuola dell’obbligo, proseguire gli studi, leggere per puro piacere, dilettarsi con la scrittura, iscriversi alle più disparate facoltà universitarie. Possiamo definire conclusi, dunque, i tempi in cui il dialetto costituiva la modalità di comunicazione per eccellenza e dominava incontrastato in ogni dove d’Italia, mentre la lingua italiana “vera” rappresentava ancora un “privilegio” riservato a pochi eletti.
Oggi tutti gli italiani sono chiaramente in grado di parlare e scrivere correntemente (o quasi) in lingua italiana e senza neanche grosse difficoltà. La lingua italiana, quindi, é diventata per tutti, ma, soprattutto “appartiene a tutti”. Ma quanti, invece, sono in grado o possono dirsi in grado di parlare un italiano “perfetto” o  ”semi” e di qualità elevata?